lunedì 15 novembre 2010

Il cellulare aiuta gli agricoltori indiani

I telefoni cellulari aiutano gli agricoltori indiani a rendere più produttivi i loro campi e a ridurre le perdite di raccolto causate da malattie o parassiti.


I telefoni cellulari sono gli strumenti per la connettività globale più diffusi nel pianeta. Prima ancora che attraverso i pc, gli esperti si aspettano che siano proprio loro, i telefonini, ad abbattere il digital divide che separa i Paesi in via di sviluppo da quelli industrializzati. Come potete capire si tratta di una questione fondamentale: la diffusione di notizie, conoscenze e anche pratiche ambientali può diventare tanto più rapida quanto sarà maggiore il numero di persone raggiungibili. E i cellulari sono lo strumento che meglio di ogni altro può garantire un'interconnessione anche a chi non può disporre di una rete fissa a cui allacciare il proprio computer. I nuovi smartphone possono consentire a chiunque, anche nei posti più remoti del Pianeta, di far parte della comunità globale.
Un esempio dell'efficacia dei telefoni cellulari arriva dall'India, dove l'autorità per la telefonia ha registrato nel solo mese di agosto più di 18 milioni di abbonamenti a servizi telefonici "portable": in tutto nel Paese sono oltre 670 milioni i possessori di un telefonino, più di metà della popolazione. Molte di queste persone vivono in villaggi rurali, dove spesso non hanno altri strumenti di comunicazione con il mondo esterno. A documentare i vantaggi di questa tecnologia è il blog Nourishing the Planet, allestito dal Worldwatch Institute.
Proprio partendo da questo dato di fatto, alcune società indiane, come il gruppo Tata. Thomson Reuters e Nokia hanno creato servizi di informazione per gli agricoltori, che vengono aggiornati quotidianamente sulle previsioni climatiche e sui prezzi di mercato dei prodotti agricoli. In questo modo sta diventando per queste persone più agevole programmare gli interventi in campo, a salvaguardia del loro raccolto, o decidere quando effettuare il raccolto per spuntare prezzi migliori. Un altro servizio è stato messo a punto dall'Istituto indiano di tecnologia. Si chiama aAQUA (almas All Questions Answered, cioè una risposta per quasi tutte le domande) e consente agli agricoltori di inviare semplici quesiti, per esempio su come affrontare l'aggressione di un parassita o come concimare meglio una coltura. Un altro servizio, chiamato Kheti, conente invece di inviare foto (scattate con il cellulare) del problema riscontrato in un campo, per chiedere come affrontarlo. A gestirlo è l'università inglese Sheffield Hallam.
Questi servizi tra l'altro sono forniti a prezzi relativamente bassi ( i più cari non superano le 800 rupie, circa 15 euro l'anno). I risultati si sono tradotti in una decisa riduzione delle perdite agricole nell'ultimo anno, corrispondente a un netto miglioramento delle condizioni di un gran numero di agricoltori indiani.

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