martedì 9 novembre 2010

Dalla teleconferenza alla telepresenza - di Riccardo Oldani


Una nuova tecnologia consente di organizzare riunioni a distanza dando la sensazione della reale presenza delle persone intorno a un tavolo. Un rapporto ne evidenzia i vantaggi in termini economici per le imprese e ambientali per la collettività. Potrebbe essere il primo passo verso un effettivo sviluppo del telelavoro, con enormi vantaggi anche per l’Italia.



Le tecnologie della comunicazione e dell’informatica (Ict) si stanno sviluppando a una velocità tale da lasciare a bocca aperta. L’ultimo esempio, ben noto a tutti, è l’IPad di Apple, appena introdotto sul mercato italiano. Ma ci sono anche altre soluzioni che, sfruttando gli sviluppi dell’Ict, possono portare a grandi benefici, economici e ambientali, modificando anche abitudini consolidate ma ormai da modificare. È il caso della telepresenza, un’evoluzione dei sistemi di teleconferenza che è in grado di dare la sensazione dell’effettiva e reale presenza di una persona in un luogo anche se questa si trova a chilometri di distanza (nelle foto una soluzione sviluppata dalla multinazionale Cisco). Uno studio su questa tecnologia, appena condotto su grandi imprese britanniche e americane, dimostra i vantaggi anche in termini ambientali del suo utilizzo. Condotto da Verdantix (www.verdantix.com), una società indipendente di ricerca, è stato commissionato dal Carbon Disclosure Project (www.cdproject.net), un’organizzazione internazionale senza fini di lucro, finanziata dal Rockfeller Philantropy Advisors di New York, che valuta le migliori strategie di risposta ai cambiamenti climatici.
Lo studio (scaricabile da internet www.sustainablelifemedia.com/content/story/strategy/telepresence_can_save_business_19_billion) ha esaminato i vantaggi della telepresenza in 15 aziende “globali” che se ne sono dotate già da tempo, quantificando i vantaggi ambientali ed economici. Ecco alcuni dati emersi dall’indagine.
• Una società che allestisca quattro sale riunioni in telepresenza può ridurre le sue emissioni di CO2 di 2.271 tonnellate entro 5 anni, equivalenti alle emissioni annue di 400 veicoli.
• Le società americane e britanniche con revenue annuali per oltre 1 miliardo di dollari (parliamo quindi di grandi gruppi) possono con la telepresenza tagliare circa 5,5 t di CO2 entro il 2020, installando circa 10.000 postazioni. Questa riduzione equivale alle emissioni di un milione di auto.
• Lo stesso tipo di società può arrivare a risparmiare, grazie all’impiego della telepresenza, oltre fino a 15 miliardi di dollari per spese in trasporti nel giro di 10 anni. Per le imprese britanniche i vantaggi sono inferiori, circa 3,5 miliardi di dollari in 10 anni, a causa delle minori dimensioni del Paese e quindi delle distanze inferiori da coprire.
L’ammortamento per gli investimenti in questa tecnologia è calcolato in 15 mesi.
Per un alto dirigente di una società di queste dimensioni i vantaggi si traducono poi in un grande risparmio di tempo, che può essere facilmente impiegato in modo più proficuo in altre attività.
Quanto è applicabile questa soluzione anche in Italia? Certamente lo è fin da subito da parte dei gruppi di maggiori dimensioni, soprattutto quelli che operano nel settore delle telecomunicazioni e anche, perché no, a livello di ministeri e di governo. Se si cercano strade per ridurre gli sprechi e fare cassa, le nuove tecnologie potrebbero essere senz’altro una strada da seguire.

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